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15/05/2020_Comunicato sul parere del CSPI sulla valutazione alunni (a.s. 2019-2020)

In merito al Parere formulato dal. CSPI ssulla valutazione degli alunni per l'a.s. 2019-2020

Siamo tutti consapevoli dell’emergenza vissuta dal nostro Paese e della necessità di ricorrere a forme straordinarie, anche in materia di valutazione. Non possiamo, tuttavia, condividere impostazioni dal carattere discriminatorio, che il parere del CSPI solleva con le indicazioni espresse in merito alla valutazione degli alunni con disabilità (si fa riferimento al parere in merito all’Ordinanza sulla “Valutazione finale degli alunni per l’anno scolastico 2019/2020 e prime disposizioni per il recupero degli apprendimenti”).

Alunni con disabilità

All’art. 5, che riguarda la scuola Secondaria, viene aggiunto un comma riguardante la valutazione degli alunni con disabilità. 

Il CSPI, come riporta il documento del parere in premessa, ritiene “che si debbano considerare le singole situazioni degli studenti con disabilità, per poter definire diverse modalità di proseguimento del loro percorso scolastico”.

E così, mentre per gli altri studenti viene proposta l’ammissione alla classe successiva anche in presenza di votazioni inferiori a sei decimi e, addirittura, si introduce l’ennesimo documento, ovvero il Piano di apprendimento individualizzato, nel quale saranno riportate le strategie “per il raggiungimento dei relativi livelli di apprendimento” (ma ci siamo già dimenticati che le “lezioni sono state formalmente sospese” e che il divario tra “possibilità e non possibilità”, fortemente emerso in questi mesi in merito alla disponibilità e all’uso delle tecnologie, ha palesato criticità connesse alla grave situazione che ha interessato, con intensità differenti, l’intero Paese?), per gli alunni con disabilità viene indicata un’ipotesi completamente differente.

Per gli alunni con disabilità frequentanti la scuola Primaria, Secondaria di Primo e di Secondo grado, il cui diritto allo studio è tutelato da moltissime norme, emanate in oltre quarant’anni, viene indicata la possibilità di “bocciatura”. In altre parole, il comma 5 dell’art. 4 prevede che “in presenza di situazioni didattiche di particolare difficoltà o che comunque attengano ai processi di crescita e di inclusione, il Consiglio di classe competente, sentite le famiglie e in coerenza con il PEI, può motivatamente deliberare la non ammissione alla classe successiva”.

Ora, se tale parere venisse assunto dal Ministero dell’Istruzione si determinerebbe una grave discriminazione nei confronti degli alunni con disabilità.

Gli alunni con disabilità, come i loro compagni e compagne, hanno sofferto, insieme ai genitori e agli insegnanti, il disagio della distanza, dell’allontanamento forzato, della perdita di relazione, di comunicazione “in presenza”. 

Dopo un paradossale tempo-scuola, fatto di tasti, di monitor, di chiamate, di slide, di video, di “Ci sei?”, “Mi senti?”, “Non ti sento”, “Apri il microfono”, “È caduta la linea…”, obbligati ad adattarsi a modalità sconosciute, ignote, coadiuvati dai genitori, che si sono sostituiti ai docenti, con abnegazione e notevole impegno, l’epilogo si tradurrebbe in una “bocciatura”? Sono logiche incomprensibili e assurde quelle che inducono ad adottare un’impostazione che nega sia la straordinarietà della situazione emergenziale (che va ribadita), sia l’essenza stessa di percorsi individualizzati, come quelli che i singoli PEI sanciscono e riconoscono a favore degli alunni con disabilità.

Chiediamo pertanto alla Ministra dell’Istruzione, on. Azzolina, di non accogliere i suggerimenti riportati in aggiunta all’art. 4 con il comma 5.

La “non ammissione alla classe successiva” unicamente per gli alunni con disabilità sarebbe una scandalosa grave forma di discriminazione operata nei loro confronti. Se questa ipotesi venisse confermata, al rientro a scuola a settembre, questi alunni con disabilità, oltre alle difficoltà vissute fino ad oggi per l’isolamento, resosi necessario a causa dell’emergenza sanitaria, 

  • non ritroverebbero più in classe i loro compagni e le loro compagne e neppure i loro insegnanti, perdendo punti di riferimento, volti conosciuti, ambienti relazionali noti; ciò potrebbe indurre disorientamento, angoscia, ansia, sconcerto,
  • si troverebbero in uno spazio nuovo, con compagni più piccoli di età anagrafica e con altri, nuovi, insegnanti.

Invitiamo i genitori e il personale della scuola a palesare il loro dissenso e a chiedere alla Ministra, insieme a noi, di non accogliere tale parere.

 

CIIS

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scuolaCIIS@gmail.com

 

15 maggio 2020

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