Una nave alla deriva, la scuola dell'inclusione, sbattuta dalla tempesta. Ma se ogni anno viviamo il disagio di una partenza al rallentatore, con ritardi e mal funzionamenti, e se lo scorso anno (insieme al precedente) la colpa era attribuita a norme straordinarie (e all'algoritmo impazzito), quest'anno non esistono attenuanti.
Quest'anno tutto doveva essere pronto già dal 1° settembre.
Ma nulla hanno potuto neppure quei decreti, licenziati in tutta fretta (e per questo intrisi di contraddizioni e confusioni a non finire), neppure quei provvedimenti sono serviti a modificare il sistema e a impedire gli "intoppi".
Anche stavolta il sistema non è stato in grado di funzionare. Mancano gli insegnanti da incaricare su posto di sostegno; mancano gli insegnanti da incaricare su posto comune o disciplinare!
Tanto, a fronte di questo disservizio, a farne le spese sono soltanto loro: gli alunni, tutti gli alunni, anche gli alunni con disabilità; e con loro anche i docenti; e pure i dirigenti scolastici.
In questa situazione di incertezza, alcuni genitori meditano (se già non lo fanno) di tenere a casa i propri figli, di non mandarli a scuola, anche se si trovano nell'obbligo scolastico. Il fatto è che non si sentono sicuri e avvertono l'assenza di tutela nei confronti dei loro figli.
E poi parliamo di valutare la qualità dell’inclusione scolastica? Sembra una beffa!
Non prendiamoci in giro, per favore.
Siamo seri.
Prima di “misurare la qualità” proviamo a realizzare un sistema che funzioni per tutti. E fin dal primo giorno.
(di E. Chiocca)