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L'idea di docenti di sostegno con un percorso formativo e professionale distinto e specialistico è contenuta nella proposta della Fish, da cui il governo prende spunto per la riforma. Angsa: "Favorire specializzazione, soprattutto per autismo". Ianes: "No a ruolo blindato"
ROMA - Gli studenti disabili, specialmente quelli con autismo, hanno bisogno di docenti preparati, capaci, adeguati ad accogliere le loro esigenze e a comprendere anche coloro che comunicano con difficoltà: su questo, ormai, pare non esserci più dubbio alcuno. Tanti e grandi restano invece i dubbi su come questo obiettivi debba essere centrato e quale direzione debba seguire quella "riforma del sostegno" ormai non più rinviabile ed effettivamente in lavorazione, con la Buona scuola renziana.
Vittorio e Faraone. Il caso del bambino di Biella allontanato da scuola è solo il più recente di una lunga serie di storie infelici di mancata inclusione: [...]
Dalla proposta della Fish alla riforma del governo. [...] Al centro di questa proposta di riforma del sostegno c'è infatti proprio la "separazione della carriere", tramite "l'istituzione di ruoli per il sostegno - spiegava mesi fa il presidente di Fish Vincenzo Falabella - e quindi di una laurea dedicata: in questo modo, fa sostegno chi ha la vocazione a farlo, mentre attualmente questa posizione è spesso usata come tramite per diventare insegnanti curriculari".
Questa proposta, però, divide. Da un lato, c'è chi ritiene indispensabile e non più rinviabile la forte specializzazione dell'insegnante di sostegno, tramite percorsi formativi ad hoc. [...].
Dall'altro lato, però, proprio sul fronte opposto, [...]. Molto critico anche Dario Ianes, responsabile delle edizioni Erikson, che a Superabile aveva espresso un secco "no al ruolo blindato dell'insegnante di sostegno", ribadendo quello che ritiene un "principio fondamentale: prima si diventa insegnanti e poi ci si specializza. Diversamente, c'è il fortissimo rischio che meccanismi di delega del tipo ‘pensaci tu che sei specializzato' saranno ancora più probabili".
Parla l'insegnante di sostegno. [...] il commento di Evelina Chiocca, insegnante di sostegno, a[...]: "Come docente specializzata per il sostegno mi sto sempre più convincendo che, per promuovere e favorire l'integrazione scolastica, sia indispensabile passare su posto comune - riferisce - Per esperienza diretta e per testimonianze raccolte negli anni, mi rendo conto che un docente specializzato per il sostegno e incaricato su posto comune (o disciplinare) offre maggiori opportunità e competenze alla classe e che, di fatto, contribuisce meglio a promuovere l'integrazione scolastica. Moltissimi colleghi specializzati per il sostegno trasferitisi su posto comune, oppure assunti direttamente su posto comune, offrono alla scuola italiana un validissimo apporto all'integrazione, sicuramente con una marcia in più rispetto ad altri docenti". Chiocca propone quindi l'idea di una "riforma ‘mista' nell'attribuzione dei posti": una riforma che quindi tenga conto di tutte le istanze: quelle delle famiglie, che hanno il diritto di lasciare i loro figli nelle mani di personale qualificato e preparato ad accoglierli e farli crescere; quelle degli insegnanti, che potrebbero sentire la "blindatura" sul sostegno come una limitazione "a vita", ma anche quelle della comunità scolastica, che proprio dell'esperienza e delle competenze degli insegnanti di sostegno vorrebbe e dovrebbe avvalersi per diventare luogo inclusivo e accogliente per tutti. Riformare il sostegno, insomma, è tutt'altro che facile: il governo sta lavorando proprio in queste settimane per attuare questa "rivoluzione" non più rimandabile. E certamente non gli sfugge quante professionalità, sensibilità e necessità siano implicate in questo delicato processo. (cl)
(3 novembre 2015)
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