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Ferma protesta della FAND, Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili, in merito al DDL 4405 presentato alla Camera dei Deputati.
Per approfondimenti:
http://www.vita.it/news/view/112979
http://beta.partitodemocratico.it/doc/214105/scuola-spunta-anche-alla-ca...
L'ARTICOLO PUBBLICATO DA REDATTORE SOCIALE
Press-IN anno III / n. 2053 Redattore Sociale del 27-07-2011
Spunta alla Camera la "privatizzazione del sostegno". Fand: "Ritiratela"
ROMA. Una “protesta ferma e intransigente” che chiede a tutto il mondo politico di agire perché sia “ritirato immediatamente” il disegno di legge, presentato alla Camera dei deputati, che intende aprire la porte alla possibilità di affidare gli studenti con disabilità a soggetti privati. A esprimersi contro la cosiddetta “privatizzazione del sostegno” è la Fand, la Federazione delle associazioni nazionali di disabili, che con il suo presidente Giovanni Pagano si schiera apertamente contro il testo del disegno di legge (n° 4405) presentato dal deputato del Pdl Giovanni Dima e da altri nove esponenti del gruppo di maggioranza.
Il testo, accusa la Fand, ricalca sostanzialmente il disegno di legge che nei mesi scorsi era stato presentato al Senato dai senatori Pdl Bevilacqua e Gentile e contro il quale, oltre alla Fand e all’altra federazione rappresentativa delle associazioni dei disabili, la Fish, si era schierato a nome del ministero dell’Istruzione anche il sottosegretario Giuseppe Pizza. Rispetto a quel testo, le modifiche apportate nel disegno di legge presentato ora alla Camera sono “talmente irrilevanti – afferma Pagano – che il contenuto rimane praticamente immutato”, proponendo di fatto “la volontà di affidare gli alunni con disabilità a personale privo di competenze pedagogico-didattiche”.
La Fand, in una nota, si chiede il motivo per cui si dovrebbe affidare a “soggetti privati” la formazione degli alunni disabili, impendendo loro un “cammino comune” riconosciuto anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Secondo Pagano il ddl sembra orientato “a dare risposte urgenti ai bisogni propri del privato, dal momento che contempla la possibilità, per le scuole, di definire progetti con la collaborazione di personale o consulenti privati esterni alla scuola: progetti che riguardano l’elaborazione e la attuazione del Piano Educativo Individualizzato, a favore del sostegno degli alunni con disabilità, e misure educative e didattiche di supporto per gli alunni con DSA”. Secondo la Fand “i soggetti privati, esterni alla scuola, verrebbero dunque investiti della possibilità di effettuare interventi individuali, rivolti cioè al singolo alunno, contraddicendo quanto elaborato e documentato dalla pedagogia e dalla didattica da un lato e contemplato dalla normativa, dall’altro, in merito all’intero processo di integrazione scolastica”.
Per la federazione però la parte più rischiosa è “il tentativo di ipotizzare interventi di esterni proprio per l’attività di insegnamento”: “È vero – dice Pagano - che la scuola soffre per i numerosi tagli del personale, ma ciò non sottrae gli insegnanti in servizio dalla responsabilità di occuparsi di tutti gli alunni loro affidati”. Senza contare che non è chiaro con quali criteri e competenze verrebbe individuato questo personale. “Si tratta forse – chiede la Fand - di un subdolo tentativo di far rientrare dalla finestra coloro che i tagli hanno lasciato fuori dalla porta?”. Oppure, ancora – si domanda la federazione – si tratta di un tentativo mirato a inserire in classe del personale dedito solamente all’educazione degli alunni disabili, aggirando così le norme che vogliono che tutti gli insegnanti che operano in una classe, anche quello di sostegno, siano assegnati alla classe intera e non al singolo alunno?”. “Oppure, ancora – continua la nota Fand - è solo un modo un po’ maldestro per iniziare a rendere ufficiali quelle classi differenziali che molti (troppi) sognano, ma che ora è difficile dichiarare in modo palese?”. Tutte ipotesi che preoccupano la Fand, che ribadisce la sua contrarietà al disegno di legge e a tutte le politiche che mettono a rischio “il processo di inclusione scolastica”. (ska)
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